Franco FaggiUn poeta per amico

Franco FaggiUn poeta per amico

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I libri di poesia di Franco Faggi

Aprire le porte

Eravamo famelici adolescenti, forse un po' più solitari della media, e si aveva l'impressione che davanti a noi si ergesse un alta muraglia o si aprisse un baratro largo che ci separavano dal mondo dei veri adulti, quelli che avevano già un posto preciso nella società e che lo accettavano.

Allora ci chiudevamo nelle nostre camerette e nelle ore notturne prendevamo a scrivere sulle pagine di un quaderno come quelli della scuola ma un po' speciale, scelto perché aveva un disegno strano in copertina o perché l'aveva toccato la ragazza che ci piaceva di più.

All'inizio era un rito solitario, anzi segreto. Lo facevamo di nascosto, riguardava solo noi stessi. Guai se qualcuno lo avesse scoperto, l'incantesimo sarebbe svanito in un baleno.

Poi cominciammo a sperare che un giorno quella ragazza che ci piaceva tanto ci avrebbe chiesto cosa scrivevamo su quel quaderno speciale e noi le avremmo fatto a leggere quelle pagine notturne. Solo a lei.

E un giorno, quasi per caso, ad un ragazzo nostro amico gli scappò detto che anche lui scriveva poesie, di notte. Allora abbiamo cominciato a ritrovarsi la sera ed invece di giocare a carte o a biliardo, parlavamo di poesia, delle nostre poesie. Era ancora un circolo chiuso, fra di noi.

Qualcuno osservò che esistevano poeti che non facevano parte del nostro circolo chiuso. Ne conoscevamo alcuni per aver letto le loro poesie sui libri. E ci sembrava che quei libri fossero un miracolo, un dono degli dei al mondo, e a noi in particolare.

Quei libri erano porte aperte sul futuro, sui nuovi orizzonti verso i quali ci stavamo dirigendo pieni di entusiasmo e di paure. Così nacque il bisogno di aprire le porte, di aprire al mondo il cerchio di poeti.

Anche noi, ciascuno di noi, volevamo scrivere un libro, pubblicare un libro, far conoscere al mondo le nostre poesie. Avevamo vent'anni.

Il primo libro

Nel 1969 Franco Faggi decise di pubblicare il suo primo libro. Aveva diciannove anni.

Aveva fatto la conoscenza di un altro scrittore e poeta pratese, un po' più anziano, Raffaello Pecchioli, di cui divenne subito amico.
Pecchioli gestiva una casa editrice locale - VIRIDIANA - molto aperta alle innovazioni, e pubblicò senza esitare le poesie, nude e crude, del giovane poeta. Il libro uscì nell'Aprile 1970. 

Le porte si erano aperte per la poesia di Franco Faggi.

Pecchioli accompagnò Franco anche negli anni immediatamente seguenti che videro la pubblicazione di altri due suoi libri. Ma intanto Viridiana chiuse i battenti.

In seguito Franco non ha dato più alle stampe la sua poesia per più di vent'anni, fino agli albori del nuovo secolo.

In quel ventennio la Poesia non ha mai abbandonato Franco ma era rientrata nella sua intimità, nella sua individualità, nella sua crepuscolare solitudine e non esigeva più di farsi conoscere al mondo.

C'è stata poi nella vita di Franco una nuova epoca di appassionati sentimenti che ha finito per rompere il guscio ed aprire il cuore del poeta che ha di nuovo spinto le porte del palcoscenico per darsi al pubblico.

Nel 2001, uscì il suo quarto libro ......d'amore.
Ne sono seguiti altri quattro fino ad oggi. La poesia di Franco Faggi ha ormai varcato definitivamente la soglia del pubblico riconoscimento.

Insieme agli svariati premi che, nel corso degli anni sono stati attribuiti alle sue poesie ed agli eventi pubblici che, in vari altri modi, le hanno fatte conoscere, i suoi libri rappresentano i capisaldi di una vita di poeta.

Troverete qui a seguito un breve resoconto per ognuno di essi.

Noi ci auguriamo che questa pagina richieda degli aggiornamenti nel corso dei prossimi anni. Nel frattempo continueremo a dare notizia di eventuali ulteriori pubblicazioni nella pagina dedicata alle attualità.

Aggiungo che i libri di Franco Faggi hanno avuto una tiratura limitata - Faggi non è un "influencer" - e se questo sito vi darà desiderio di leggerli non sarà facile che ne troviate una copia in commercio. Nel caso scriveteci.


La dimensione degli uccelli

La dimensione degli uccelli - VIRIDIANA 1970

La dimensione degli uccelli - VIRIDIANA 1970

Ho conservato un esemplare delle bozze del libro, spillato e non ancora rilegato ma dotato della copertina definitiva con un bel disegno di Saverio Marconi, un altro caro amico di Franco.
Lo conservo come una reliquia. La reliquia di un tempo in cui anch'io mi sentivo poeta e con Franco facevamo a gara a chi si scavava dentro più a fondo, a chi si faceva più male dentro.
A me mancò quella volontà che invece Franco ebbe, di uscire dal guscio.

Ed il risultato fu egregio. Il libretto in-ottavo è breve, contiene una sessantina poesie più la nota introduttiva di Raffaello Pecchioli che non esita a scrivere che le poesie di questa raccolta "rappresentano il meglio che sia stato pubblicato in Italia negli ultimi dieci anni da autori sconosciuti". Se non accetti gli elogi dagli amici, allora da chi ?

La prima poesia comincia "Guarda!", l'ultima finisce con "sai che senti quel che cerchi in fondo".

Mi sembra un buon inizio per un neofita !

D'altra parte, come attesta Pecchioli nella sua nota "La morte, infatti, è la protagonista assoluta delle poesie del Faggi". 

E questo certo non è una scelta che ci si attende da un giovanissimo al giorno d'oggi dove feste ed edonismo prevalgono, per volontà dei mass média e dei social networks, sui drammi che l'umanità ed i singoli subiscono comunque.

Ma nel 1970 vivevamo in un'epoca diversa. I giovani avevano aperto gli occhi e non erano tanto inclini ad elogiare le precedenti generazioni o a tuffarsi a capofitto nel mare magnum del "magna-magna" e neanche del "bunga-bunga". A quei tempi un ventenne non cercava una ragazza da scopare ma per farci l'Amore (eh, si, sembra strano .....). C'era della poesia nei nostri primi rapporti sessuali, eravamo tutti stilnovisti.

A prova di questo e per scaricare subito la facile ironia di quanti si attardino sull'eventuale doppio senso del titolo del libro, dichiaro solennemente qui che nè Franco nè Pecchioli, nè nessun'altri trovarono niente di strano in quel titolo allora. Eppure eravamo tutti giovanissimi. I vecchi sono più osceni dei giovani e meno poeti.

La parola più frequente in questa raccolta è "vento" e questo lemma diverrà, forse a sua insaputa, il fulcro, l'icona della poesia di Faggi. Non l'abbandonerà più.

Il vento fa volare gli uccelli, il vento strapazza gli alberi piantati a terra. Questa raccolta vi fa volare in una dimensione dove ci si può anche illudere di poter sfuggire alla morte.

Nudo con cappello

Tre anni dopo "La dimensione degli uccelli" Faggi dà alla stampe questa seconda raccolta di sue poesie "Nudo con cappello".

Non ricordo bene le circostanze ma il libro esce, almeno ufficialmente, senza la benedizione di una qualunque casa editrice, semplicemente "Finito di stampare il 23/11/73 - OFFSET STAMPA - PRATO"
Il libro contiene illustrazioni di SAVERIO MARCONI.

Anche questa volta Raffaello Pecchioli accompagna il lavoro di Faggi con una pagina di presentazione, stampata su carta arancione, che inizia con queste parole "Nudo con cappello è un tentativo onesto e lineare di una persona stanca di scrivere e leggere poesie inutili". C'è poi un accenno al "....tentare qualcosa di nuovo, di diverso. Bisogna sperimentare nuove strade ...". Siamo quindi confrontati ad una raccolta di poesie "impegnate" e "sperimentali" che "..non concede niente al nostro senso innato di romanticismo sdolcinato". E così è infatti.

Mi fa piacere pensare che questo momento sia maturato nell'animo di Franco anche grazie ai confronti e ai lunghi dialoghi (o trialoghi) che ci impegnavano in quelli anni molto frequentemente fra lui, Roberto Pedna ed io.

Si faceva nottata a discutere di come si poteva e doveva scrivere una poesia "rivoluzionaria" ( o perlomeno "ribelle"), nei contenuti e nello stile, e "utile" - al trionfo del proletariato - s'intende. All'abolizione delle ingiustizie.

Ed infatti in questo secondo libro di Faggi si ritrovano alcune sperimentazioni lessicali: "DomandarsiOgniLatoCertamenteEguale-------zza !"  o formali (parole scritte "a scala", profilo di una pietra come "certezza" poetica ecc.), cose un po' strane ad un epoca in cui non eravamo ancora abituati alle stravaganze dei film a effetti speciali super-informatizzati.

E si riscontra anche la ricerca di un fondo socialmente significativo : poveri diavoli e misere pensionate fanno poesia accanto a patrioti sacrificati e ad un padre "libero finalmente dagli orrori della guerra".

Ma Faggi non si smente, e seppure assuma la "funzione sociale del poeta", canta ancora gli animali, il vento, le piccole cose :

"E allora i gatti della mia mente
si accucciano vicino al fuoco della semplicità
e le ali degli uccelli nel vento del mio cuore
sanno sedersi davanti a piatti di
minestra calda
in una piccola casa di pareti bianche."

Nudo con cappello

Nudo con cappello

Il viaggio e l'urlo

Il viaggio e l'urlo - VIRIDIANA 1978

Il viaggio e l'urlo - VIRIDIANA 1978

La terza raccolta di poesie di Franco Faggi, edita ancora da VIRIDIANA, viene pubblicata nel Settembre 1978, ancora con una nota introduttiva di Raffaello Pecchioli che è anche l'autore del disegno "Osea e la morte"(1963) che illustra la prima pagina di copertina del libro.

Questa volta Faggi decide di dare una "struttura" al libro che non è più una semplice raccolta e vuol essere anche un "discorso" con un inizio - il Viaggio - un corpo centrale - l'urlo - e un finale, il "Testamento" che, pur non essendo insito nel titolo, completa opportunamente le parti precedenti.

il "Viaggio" comprende sei liriche, ciascuna con un titolo - cosa inabituale per Faggi - che sono un po' la presentazione del protagonista, il poeta, che attraverso il suo viaggio conosce il mondo, a modo suo, percorrendone le strade e visitandone le case ed i loro abitanti.

Il viaggio di Faggi si conclude con un "Ritorno" nel quale la "summa" delle conoscenze acquisite si riassume in negativo "...diciamo che nel tempo ho cercato, / non ho trovato niente, ...." che a me ricorda un famosissimo " "Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."

Ed infine "....tutto questo non ho visto, / e stringendo il succo aspro del mio essere / mi sono richiuso su di me in me / come un polpo ferito."

Si è preparati allo scatenarsi de "l'urlo" che pervade le ventiquattro liriche seguenti, introdotte da una sorta di preludio che, fra l'altro, recita : "...siamo in molti a cercare l'uccello che grida, / la sorgente del vento ..."
poiché l'urlo di Faggi è panico, coinvolge umani, animali e cose. Tutto l'universo grida nei suoi versi lo sconforto, la rinuncia, la sofferenza, la sconfitta fino al "datemi un coltello nero / che sappia cercarmi il cuore."

Logico che, per finire il discorso, Faggi ci proponga un "Testamento" - ciò che lascia il poeta e a chi lo lascia, dopo essere svanito nel nulla di un urlo inascoltato: " .....e il mio ricordo lo lascio a me stesso."

Forse non è un caso se questo libro, che chiude su accenti di morte, è stato (nel 1978) l'ultimo del "giovane poeta" Franco Faggi.

Un po' come un coleottero che abbandona la condizione di larva e si impupa per attendere il tempo di schiudersi nell'adulto splendente che sarà. Per Faggi ci sono voluti più di vent'anni.

... D'AMORE

... D'AMORE - Pagnini e Martinelli - Firenze 2001

... D'AMORE - Pagnini e Martinelli - Firenze 2001

La quarta raccolta di poesie pubblicate da Faggi appare nel 2001, cioè ventidue anni dopo "Il viaggio e l'urlo".

Cosa è successo alla poesia di Faggi durante questi lunghi anni ?

Non credo che Franco non abbia scritto poesie per vent'anni.

Certamente molte di quelle pubblicate nelle raccolte posteriori sono state scritte in questo periodo, in particolare quelle "....d'amore" raccolte in questo suo quarto libro, pubblicato questa volta da un editore fiorentino : Pagnini e Martinelli Editori.

Quel che è certo è che Franco ha continuato ad amare. Soprattutto la Poesia e, per "fare l'amore" alla Poesia, bisogna scriverla. Anche se per discrezione questo amore viene occultato al pubblico.

Un giorno che non mi è dato di conoscere Franco ha incontrato un Amore nelle vesti di una donna, una donna reale, una bella donna, una donna che, unica dopo la madre dei suoi figli, lo ha fatto di nuovo innamorare.

Non è questa la sede per chiosare su questa esperienza di vita che Franco ha traversato. Una storia che è durata nel tempo. Una storia che è finita ma che lascia a noi amanti della poesia, alcune delle più belle poesie d'amore che Faggi abbia mai scritto.

Non ci sono dubbi che il risveglio sia dovuto al sentimento amoroso.

Goffredo Gori - erudito pratese, critico musicale, giornalista ed editorialista di valore è autore di una "presentazione" di questo "...d'amore" nella quale qualifica Faggi di "un poeta dolcestilnovista del terzo millennio ...." definizione brillante e seducente, tanto più che, nel suo testo Gori la giustifica con solidi riferimenti letterari e semantici.

Io, più malizioso di Gori, dico però che questa raccolta non celebra un amore platonico o una donna angelicata. La Laura di Franco Faggi non è la Laura di Petrarca, e semmai dovesse leggere queste righe, come sicuramente ha letto le poesie che Franco le ha dedicato, riconoscerà di essere Lei quella materia estremamente palpabile e calda che le ha ispirate.

Se non mi credete, leggete la poesia 29 "Per la tua pelle ..." che descrive un amplesso travolgente con tanto di irrefrenabile orgasmo panico.

Accessoriamente, vale forse la pena di segnalare due particolarità di questo volume :

La presenza, in incipit, di una poesia de Nubia Bertini - stimata poetessa pratese - che pare voglia accompagnare Franco "...fiume ancora / capace / di tingersi / di rubino ..." in questa sua nuova emergenza poetica.

Infine "In risposta alla domanda da "un milione di dollari" ventisette versi con i quali Faggi "spiega" ai molti che glielo hanno chiesto, cosa sia la Poesia "...e non è tutto questo eppure ...."

Le temps perdu

Le temps perdu - VIRIDIANA - 2011

Le temps perdu - VIRIDIANA - 2011


Dopo la pubblicazione di "...d'amore" sembra quasi che Faggi sia come appagato, che abbia detto tutto quello che aveva da dire.

È riuscito a riproporsi al pubblico dopo vent'anni di silenzio, il suo libro è stato presentato in sedi prestigiose ed ha raccolto consensi di critica e di pubblico.

Ha pure risposto alla domanda da un milione di dollari "cos'è la poesia" ? Che dire di più ?

Infatti Faggi tace, ancora per dieci lunghi anni. Tace ma scava in silenzio, recupera i temi della giovinezza, con tanto amore ed un po' di malinconia:

"Ho raccolto questo dono stupendo, la poesia, e l'ho tenuto sempre con me."

Finalmente, nel Febbraio 2011, da una episodica collaborazione fra due case editrici pratesi, VIRIDIANA (che è "rinata" per l'occasione) e PENTALINEA Editore, nasce "Le Temps perdu", quinta raccolta di poesie di Franco Faggi.

Titolo di ambigua interpretazione, fra nostalgia dei bei tempi andati e provocazione (poesia = tempo perso !?)  che lascia comunque presagire di una "recherche" Proustiana di ciò che il Poeta sente di essere, delle sue fondamenta.

La raccolta è introdotta da una "Nota d'autore" che riproduciamo integralmente qui di seguito e che racconta come e perché Faggi ha fatto e continua a fare poesia.

Segue la prefazione di Raffaello Pecchioli - di nuovo - che suggerisce, fra l'altro, che Faggi sia andato recuperando e dando soddisfacente finitezza per questa raccolta, dei "frammenti" pregressi di poesia ai quali non aveva ancora voluto attribuire "uno status di dichiarata dignità, che solo spetta alle "vere" creature ....poeticamente risolte".

"Le Temps perdu" sarebbe quindi il risultato di un bisogno "di tornare indietro nel tempo".

Io direi anche che questo sguardo al passato si tinge di nostalgia e, privo di speranze trascendenti, rinvia un'immagine del futuro nella quale si specchia la morte.

Uno spettro che Faggi ha visto da vicino quando, nella primavera del 2003 ha subito un'operazione seria per sostituire una valvola cardiaca.

Ritornano i simboli caratteristici dell'adolescenza : gli uccelli, il vento ma questa volta con valenza negativa, non più liberatrice ma oppressiva e minacciosa.

Appare un nuovo simbolo di morte : i "cupi cipressi" (5, 8) i "cipressi neri" (36,37) "assurdi tutori del cielo della sera" (36), e appare "un treno nero e possente" (37), un "treno che passa veloce / strappando l'aria" (39), un "treno che taglia la notte" (54) "attimo che non ritorna".

Insomma, la più bella delle raccolte di Franco che, a suo dire allora, doveva anche essere l'ultima (lo ha scritto nella dedica che mi fece).

Una raccolta di cose belle del passato, presagi di cose brutte nel futuro. E comincia con un saluto fraterno ad un cane, Charlie, che Franco dovette abbandonare quando finì la sua storia ....d'amore.

Profilo di uomo con farfalla

Profilo di uomo con farfalla - PENTALINEA 2014

Profilo di uomo con farfalla - PENTALINEA 2014

Di nuovo Faggi tenta di morire. Un ictus gravissimo lo colpisce nell'Aprile 2014 ma, con sua grande meraviglia, sopravvive. I postumi sono circoscritti e non riescono a strappare la percezione della poesia dal suo corpo né dal suo cuore.

Stava progettando la pubblicazione di una nuova raccolta di poesie che diviene così il suo primo "Opus postumum". Faggi non crede ai suoi sensi. Esita a rendersi conto che ancora non è finita.

La pubblicazione della raccolta viene ritardata anche da certi attriti fra Faggi e l'editore prescelto in prima istanza.

A fine Giugno la raccolta è completa ma non ancora data alle stampe. Faggi, con il supporto dell'amico Gori Goffredo presenta un'anteprima della raccolta durante una serata organizzata per il 18 Giugno di quell'anno "Il canto del Cosmo", e decide di cambiare editore.

Per i tipi di Pentalinea Editore, esce quindi nel Settembre 2014 "Profilo di uomo con farfalla", la sesta raccolta di poesie di Franco Faggi.

Invito quanti desiderino approfondire alla lettura del libro e dell'ottima prefazione di Goffredo Gori.

Per amicizia Faggi volle anche inserire in "ouverture" una mia lettera che scrissi a seguito della lettura di alcune delle liriche che Franco gentilmente mi aveva recapitato prima della loro pubblicazione.

"Profilo di uomo con farfalla" è stato, fino ad ora, il libro di Faggi che ha avuto maggior successo di pubblico e di critica. Pluripremiato, è stato presentato al pubblico in varie sedi importanti ed in contesti particolarmente suggestivi, grazie anche agli accompagnamenti musicali ideati ed organizzati da Goffredo Gori, che ha prestato, in varie occasioni, la sua appassionata "voce recitante" alle liriche di Faggi.

STELLULA CALLIOPE poeticus 

STELLULA CALLIOPE poeticus - PENTALINEA 2016

STELLULA CALLIOPE poeticus - PENTALINEA 2016

Questa raccolta viene pubblicata "solo" due anni dopo la precedente. Si direbbe che Faggi abbia finalmente accettato il suo destino, che è quello di scrivere e diffondere Poesia.

Si tratta di un libro composto di tre parti :

Nella prima parte Faggi ci propone alcune poesie inedite dei suoi vent'anni che "riconosce".

Poi ci sono "Le quattro stagioni" che furono scritte con intento pedagogico nei primi anni ottanta. Ve ne propongo una particolare lettura nel videoclip collegato qui.

Infine il "corpus" del libro. Sessantasei poesie estremamente dense di significati (nascosti ?) e, come dice lui stesso, di "recondite verità dell'animo".

Poesie fitte di lemmi spesso complessi, immaginifici, e a volte anche innovanti, raccolti in versi lunghi e fitti, ermetici se necessario, marcatamente cadenzati ed a volte notturni, ossessivi.

Solo tre o quattro liriche più accessibili, eccezionalmente intitolate e destinate a persone care, semplicemente per esternare i suoi sentimenti verso di loro : Charlie, le tre querce, Francesco, lady Macbeth.

Il libro segna anche l'incontro di Franco con un nuovo amico, Ernesto Calvani, sensibile amante della poesia, che offrirà al libro di Faggi una "postfazione" estremamente interessante, nella quale "donna-Poesia" è onorata ed anche si elucida la genesi del titolo di questa raccolta.

Leggiamo, in un estratto della "postfazione" di Calvani, una descrizione della missione del poeta che Faggi incarna pienamente :

"....Quando leggerà questa mia nota, visto che io lo conosco, lui mi dirà: "Ma non è troppo laudante"? Sappia allora che io lodo l'essenza della poesia, il riflesso di lei che lui percepisce, con noi condivide, mi dice che è dovunque, ma io penso che spesso solo il poeta sa vedere, sentire, adorare, o a volte temere, ma ecco che lui cerca di trasmetterla, dirla, gridarla a chiunque senta: vedi, guarda, dice ad ogni uomo, la bellezza della verità, delle piccole cose che sono fuori e dentro ciascuno, di quello che va oltre l'immagine consueta, oltre le parole scritte o semplicemente dette.

lo credo che lui veda e canti le cose che stanno intorno ad ogni "uomo - persona", lui incontra volti, voci, paesaggi, tramonti, albe, fiumi, il luccichio e le musiche dell'animo, e tutte le creature della natura che sono i suoi compagni di esistenza, tutto gli parla."

E Calvani conclude : "Allora, Faggi poeta, ho letto fra le righe, nel bianco fra parola e parola, ho capito tutto quello che non hai spiegato, ma è altamente detto."

Ernesto Calvani

Taccuino per appunti inutili .....        "ultimo libro"

Taccuino per appunti inutili - PENTALINEA 2021

Taccuino per appunti inutili - PENTALINEA 2021

Questa "ultima" raccolta contiene le poesie di Faggi scritte fra Agosto 2016 e Marzo 2021, in apparente continuità con quelle della raccolta precedente.

In realtà questo libro contiene una spaccatura dolorosa nel sentire poetico di Franco.

E non poteva essere diversamente. In questi anni alla moglie Manola viene diagnosticata una terribile malattia contro la quale lei combatterà con grande dignità e coraggio ma che finirà per ucciderla, nel Marzo 2021 appunto.

Franco mi dirà più volte nel corso di questo calvario che in Manola ammalata aveva trovato il terzo amore della sua vita (Manola che fu evidentemente anche il suo Primo Amore).

Nell'assistere la moglie malata Franco scopre quanto e in che dolce modo si può amare una persona forte nello spirito ma terribilmente ferita nel corpo. Ne risentirà moltissimo, anche fisicamente, lui stesso, il suo corpo ed il suo spirito. Ne risentirà dunque anche la sua poesia.

Di questa spaccatura questo libro porta molte tracce. Appaiono angeli sterminatori e giorni che terminano nel buio e nell'oblio. Ma appaiono anche nuove liriche impregnate di tenerezza, per la cara compagna che sfiorisce, che se ne sta andando. Franco le sarà vicino fino all'ultimo respiro.

Franco accetta di pubblicare il libro dopo la morte della moglie, nel Luglio 2021, ma sente e dichiara che sarà l'ultimo. 

Nella "Nota d'autore, d'attore, d'umore, d'amore" con la quale egli stesso presenta il libro afferma chiaramente "Oramai sento che [la Poesia] si allontana da me ...." e chiude con "Tutto questo ormai è già stato detto ..."

E nella dedica dell'esemplare del libro che mi riserva, la sua icona tradizionale - una coppia di uccelli che vola verso il sole - rappresenta un unico uccello in volo solitario.

E non so dire se è quello che resta o quella che se n'è andata.

Crediti foto a
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